Tracce

I cartesiani (E Husserl) partono da un soggetto solipsista, che per evitare il solipsismo rivolge la sua attenzione ad altri soggetti: ne scopre l’esistenza e inizia con essi un’interlocuzione. Così ammette la pluralità e la possibilità del mondo.

Nella presente prospettiva, invece, il soggetto costruisce la propria identità (e, su questa, consapevolezza) a partire dall’interazione con un altro soggetto: primariamente, da infante, la madre. Successivamente scopre la materia-oggetto e altri soggetti. Sul modello della relazione primaria infante/madre costruisce nuove relazioni, arricchisce la propria identità, sviluppa nuove consapevolezze. Pluralità e mondo.

Occorre però ammettere che questo è possibile perché il soggetto umano ha, dentro di sé, la possibilità di farlo. In particolare nella struttura del cervello, che è comunque parte del sistema nervoso e del corpo. Ecco una condizione “trascendentale” della costruzione di identità, di consapevolezza, di conoscenza – ed eventualmente di coscienza: si tratta di una pre-condizione fisiologica, la cui origine è evolutiva.

Questa possibilità, o condizione trascendentale, ha caratteristiche che sono state indagate storicamente da molti, con metodologie e linguaggi diversi, in generale da tutte le riflessioni filosofiche e religiose nelle varie fasi della storia. E non solo della storia europea.

Tra gli altri, per diversi aspetti, anche dagli stessi cartesiani (kantiani, hegeliani, eccetera) del periodo moderno; dagli psicologi e psicoanalisti (S Freud, J Lacan); dai linguisti (F Saussure, N Chomsky, T De Mauro); dagli studiosi di cibernetica e di intelligenza artificiale (N Wiener, M Minsky); dai neurologi, fino agli studi scientifici recenti sulla struttura e fisiologia del cervello, in particolare con la scoperta dei neuroni-specchio (G Rizzolatti).

Questa possibilità, o condizione, in particolare quella specifica che riguarda il linguaggio, caratterizza gli esseri umani e li distingue dagli altri animali. Ma non compare tutta intera improvvisamente dal nulla. È il risultato dell’evoluzione (F Ferretti).

La stessa distinzione tra una specie e un’altra può apparire molto netta se si studiano le specie in uno stesso istante di tempo (ma anche in questo caso ci sono ambiguità e sfumature, scambi genetici orizzontali in molti microorganismi e anche in macro-organismi vegetali). Però è necessariamente sfumata se si considera l’evoluzione (R Dawkins). Ogni specie deriva da un’altra. Specie contemporanee distinte discendono da una specie antenata comune, che non coincide con l’una né con l’altra. Quindi letteralmente non è vero che tutti gli antenati di un individuo appartengono alla stessa specie. Andando indietro nel tempo, da un certo punto in poi si trovano antenati che appartengono a una specie diversa da quella dei loro discendenti odierni. La distinzione è distribuita su molte generazioni, non è netta, anche se può essere concentrata in un periodo geologicamente breve: il periodo della speciazione.

L’evoluzione (R. Dawkins, S. J. Gould), attraverso i vari meccanismi della selezione naturale (compresa in particolare la exaptation, secondo cui un organo che svolge una determinata funzione in una specie può adattarsi, per selezione naturale, a svolgerne un’altra differente nella specie discendente in un periodo successivo, S. J. Gould e E. S. Vrba), ha prodotto nel corpo umano (il sistema nervoso, il cervello) la possibilità di funzioni come il linguaggio, attraverso le funzioni motorie (F. Ferretti) e l’abilità di costruire immagini articolate e complesse di un altro soggetto, di sé, dell’ambiente, degli altri, del mondo. Ovvero costruire modelli mentali, e in particolare della mente degli altri: la “teoria della mente”.

Elementi di simili funzionalità, necessariamente presenti almeno nell’ultima specie antenata della specie umana, si possono trovare oggi, sebbene di fatto drasticamente più limitate, anche in altre specie animali contemporanee, in particolare quelle più vicine geneticamente agli umani (R Fouts).

Riferimenti

  1. Edmund Husserl. Meditazioni Cartesiane. Bompiani, 2009.

  2. Tullio De Mauro. In principio c’era la parola? Il Mulino, 2009.

  3. Marvin Minsky. La società della mente. Adelphi, 1989.

  4. Francesco Ferretti. Allle origini del linguaggio umano – il punto di vista evoluzionistico. Laterza, 2010.

  5. Richard Dawkins. Il più grande spettacolo della terra: perché Darwin aveva ragione. Mondadori, 2010.

  6. Stephen J. Gould. La vita meravigliosa. I fossili di Burgess e la natura della storia. Feltrinelli, 2007.

  7. Stephen J. Gould, Elisabeth S. Vrba. Exaptation, il bricolage dell’evoluzione. Bollati Boringhieri, 2008.

  8. Roger Fouts. La scuola delle scimmie – come ho insegnato a parlare a Washoe. Mondadori, 1999.

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